Un documento relativo alla famiglia di Emanuela Orlandi ha generato grandi polemiche la pronta reazione del fratello, Pietro.
Solamente poche settimane fa, Pietro Orlandi, fratello di Emanuela Orlandi, la ragazza scomparsa il 22 giugno 1983, aveva parlato di una pista secondo la quale la giovane venne uccisa addirittura con una cravatta. Adesso, a ‘Lo Stato delle Cose’, su Rai 3, è stato mostrato un documento importante che chiamerebbe in causa componenti della famiglia della scomparsa, in particolare suo zio.
Emanuela Orlandi e il documento sulla famiglia
“Siamo entrati in possesso di un documento estramamente riservato in cui si legge che c’erano delle indagini riservatissime sui famigliari di Emanuela Orlandi, in particolare sullo zio Mario Meneguzzi”, ha fatto sapere il conduttore de ‘Lo Stato delle Cose’, Massimo Giletti. “Un documento in possesso alla Procura della Repubblica di Roma e al quale mancano quattro pagine. Le domande che ci dobbiamo porre sono: perché le hanno tolte, chi è stato e cosa c’era scritto?”.
Secondo quanto riportato dalla trasmissione, in tale documento dei servizi segreti sarebbe stato segnalato come ci fossero delle indagini riservatissime e come dei componenti della famiglia Orlandi fossero seguiti, soprattutto lo zio. “È una cosa che risale al 1978, mio zio ha fatto delle semplici avances verbali, un piccolo regalo, ma quando ha capito che non c’era alcuna possibilità ha smesso”, ha fatto sapere Natalina, sorella di Emanuela. “Io sono rimasta scossa, ne ho parlato con Andrea, che era il mio fidanzato e che oggi è mio marito, lo sapevamo io e lui e non ne avrei mai parlato con mio padre. Mi sono confidata solo con il mio padre spirituale”.
Il fratello di Emanuela sbotta sui social
A margine del servizio de ‘Lo Stato delle Cose’, sui social Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, ha reagito in modo molto duro a quanto mostrato in onda. “Rai3 si dovrebbe vergognare di permettere certi servizi come quello di Giletti di lunedì sera”, ha scritto. “(servizi ndr) che nascono solo per infangare le famiglie e che nulla hanno a che fare con il rapimento di Emanuela, invitando personaggi come Nicotri, che vive ormai solo screditando la famiglia. Ma sappiamo a chi fanno comodo questi servizi, a Diddi e all’inchiesta vaticana e questo purtroppo accade perché sono certi di avere una schiera di giornalisti asserviti a loro. Che schifo“.
